[ubuntu-it] RIF: R: R: Mi stanno facendo a pezzi il pinguino
Lorenzo
lsutton a libero.it
Mar 20 Apr 2010 12:06:23 BST
Il topic ha preso una piega interessante devo dire :)
>
>
> Il giorno 27 marzo 2010 15.15, <gianlucalfieri a alice.it
> <mailto:gianlucalfieri a alice.it>> ha scritto:
>
> ma voi pensate che un domani, quando magari Ubuntu sarà più
> diffuso e user friendly, tutto resti così libero e free? il
> mercato ha le sue regole sporche e fagocita tutto..vedrete che
> anche Canonical non sfuggirà quando gli affari saranno
> appetibili..Forse sono pessimista, ma dobbiamo vedere le cose nel
> loro contesto..
>
>
> a parte che io i cd e dvd di ubuntu li compero, perché è giusto
> ripagare queste persone, ma se domani linux diventasse a pagamento,
> che male c'e'? La tua evidentemente scarsa conoscenza delle licenze ti
> fa credere che "open" = "gratis"...
>
> E poi, almeno uno paga per un sistema operativo "funzionante"...
> quindi spende bene i suoi soldi.
Esistono già dei linux "a pagamento". Vorrei però tentare di dare un
taglio un po' diverso alla questione, che vada oltre l'aspetto economico.
A prescindere da graris o no, considera che una distribuzione linux non
è lo stesso concetto di "sistema operativo" tout court ... il paradigma
è un po' diverso, cioè la maniera in cui Canonical "crea" (e un domani,
perché no, "vende") ubunt, o RedHat vende già l'omonima distribuzione
non è la stessa in cui Microsoft concepisce e "vende" Windows o Apple il
suo s.o. Semplificando all'estremo si tratta di aggregare una
"collezione" di software già esistenti (GNOME, openoffice, nautilus,
firefox, etc esistono già indipendentemente da ubuntu) e
"impacchettarli" in modo che tutto funzioni. Nessuno un domani ti vieta,
se ubuntu non ti piace più perché non si adatta più alle tue esigenze,
costa troppo per te ecc, di creare una distro - diciamo GianlucaLinux :)
- e metterla in rete (di esempi ce ne sono a palate).
Idealmente - perché poi c'è sempre anche l'aspetto pragmatico :) -
questo è uno dei capisaldi dell'open (source) rispetto al closed source
(anche freeware), ovvero permette non solo la circolazione libera e
gratuita delle idee (e l'aspetto gratis ovviamente non va neanche
realisticamente sottovalutato), ma anche di poter prendere quelle idee,
analizzarle, cambiatele, migliorarle, metterle in discussione (come si
dice a Roma "rivoltarle come un pedalino")... Microsoft (e Apple) ti
offrono un alberello di plastica bello (forse) e pronto all'uso, l'open
source ti offre un ecosistema vivo, pulsante e in continua evoluzione
cui ognuno nella community può contribuire, anche tu ;)
a presto,
Lorenzo.
> --
> Calogero Bonasia - www.linuxteam.it <http://www.linuxteam.it>
> "stay behind" systems administrator
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