[ubuntu-it] Un appello agli amici in Windows

mauro maupec a iol.it
Dom 8 Mar 2009 22:15:19 GMT


Il giorno dom, 08/03/2009 alle 22.03 +0100, A.Freemason ha scritto:
> Con questo non do ragione hai produttori o chi con fornisce il  
> software, ma subentrano questioni di mercato, assistenza, garanzia e  
> sicurezza,  se acquisti un prodotto qualunque esso sia, il produttore  
> deve garantire il perfetto funzionamento in tutte le sue parti,  
> pertanto fornisce un prodotto progettato e realizzato con determinate  
> caratteristiche sul SO scelto.

..molto semplice la soluzione: nel caso che l'acquirente non accetti il
sistema operativo imposto preinstallato e consigliato dalla casa, il
venditore si fa firmare una liberatoria che solleva la casa produttrice
da eventuali danni causati da un sistema operativo diverso da quello
proposto (danni che ovviamente non esistono: ditemi voi che danni puo'
causare un sistema GNU/Linux ad un pc: al massimo non funzionano alcuni
componenti o periferiche, ma sono cavoli che si assume volentieri uno
che sceglie ad esempio Ubuntu, tenendosi informato prima dell'acquisto
di quali sono i pc compatibili, ecc)

> Da qui ecco perché ti installano un SO, qualunque esso sia, se il  
> prodotto non rientra in determinati parametri non ottiene la  
> certificazione di commercializzazione.(es. in usa FCC)

..e allora quelli che vendono senza sistema operativo preinstallato? In
giro ho visto alcuni pc (peccato che non erano 17 pollici) che
scrivevano "windows, linux, nessun sistema").. quindi c'e' qualcosa che
non torna in quell'obbligo di certificazione, a quanto pare, no?

> Se poi l'utente non lo usa o, meglio  installa un SO diverso da quello  
> certificato con il prodotto, sappiamo tutti cosa capita, decade la  
> garanzia con annessi e connessi, la colpa è del SO installato  
> differente da quello installato dalla casa madre.

..beh, questo comma sarebbe da rivedere: che un sistema operativo, nato
per far vivere un pc, possa scassarlo, lo metterei in dubbio, a parte
quella storia degli hd che erano "fusi" dalla gestione di Linux, che mi
sembra sia stata risolta abbondantemente..

> Non prenderla come un no, alle petizioni, sono il primo che aderisco,  
> ma le petizioni fatte via web non sono considerate valide per la  
> nostra legislazione.

..comunque la mia non vuole essere una petizione, ci ha gia' pensato
egregiamente e con successo di numero, il prof. Davoli dell'Universita'
di Bologna:

http://www.petitiononline.com/liberasw/petition.html

mentre io sto soltanto suggerendo lo scatenarsi di una pioggia di e-mail
dirette ai produttori di pc, per provocare in loro una riflessione
sull'attuale situazione, per far capire loro che quanto stanno facendo
adesso non va a vantaggio della collettivita', ma di un gruppo dominante
che mantiene con la forza e la violenza un monopolio, non rispettando la
par condicio con altri attori operanti nel settore.

mauro




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